Aria Manfredi

Sommario

Principato
Razza
Carriera
Famiglia Nobiliare
Dicono di lei
Aria Eloise Manfredi ha contribuito grandemente alla gloria del suo principato, in particolare facendo presa sulla corte ristretta di sua maestà Aureliano dei Gastaldi per la ricostruzione di Roccastrada, abbandonata e data alle fiamme dal suo stesso fratello pur di non abbandonarla agli Ashai. La duchessa Manfredi ha intrattenuto numerose relazioni sentimentali, la prima con Rapace Sagace, in seguito con il duca Dedrico Alanera. Ha amato ed è stata amata da molti uomini e proprio questa sua passionalità l'ha portata alla morte. Consorella errante, è stata una delle sacerdotesse più potenti dell'intera Castelbruma. Il suo omicidio, avvenuto per mano nemica è stato mille volte lavato nel sangue dai suoi compagni brumiani.

Un ritratto della Duchessa Aria Eloise Manfredi
Un ritratto della Duchessa Aria Eloise Manfredi


Principato
Castelbruma

Razza
Donna del Mare

Carriera
Cacciatrice

Famiglia Nobiliare
Manfredi

Dicono di lei

"Uno dei primi dignitari stranieri conosciuti nella missione inaugurale del mio mandato a corte, al bando di Corona nel Carminio del 1261; non posso dire di serbarne ricordo immacolato: assillò il nostro vicario della fede tutta la mattina per ottenere che guarisse dei suoi uomini malati del morbo senza nome e neanche un'ora dopo che le sue richieste erano state soddisfatte condusse i suoi armati ad aggredirci e saccheggiare il nostro campo con l'aiuto di una squadra di briganti sovversivi. Quella notte stessa gli dei vollero che altra mano brigante esigesse la sua vita[1] ".

"Ricordo ancora il giorno che ci incontrammo, e in pochi minuti, per sconfiggere la noia di un torneo tedioso, decidemmo di abbattere un mercante venale per divertimento. Ah, che bei tempi! Poi diventò una delle persone di cui mi fidavo di più e di meno allo stesso tempo... ma tra tutti i modi e i motivi per cui poteva morire, proprio quello più stupido e insulso è stato scelto dal destino. Non preoccuparti Aria, ti ricorderò com'eri: libera e leggera, e non come siamo diventate, ancorate a terra." [2]

  1. ^ Racconta Aldrico da Bosco Alto, Artefice valniano.
  2. ^ Lucrezia Ottavia Vermigliani.